Orticola da il benvenuto al pubblico della Mostra dal portico di Palazzo Dugnani in Via Manin 2, e oltre i grandi cancelli dei Giardini Pubblici, in Piazza Cavour e Via Palestro
Ingresso | Palazzo Dugnani
Orticola di Lombardia insieme ai Vivai Nespoli danno il benvenuto al pubblico della Mostra, nel monumentale androne di Palazzo Dugnani. Qui come in un rigoglioso giardino costiero, trovano spazio specie della flora spontanea italiana come la Palma nana (Chamaerops humilis), ma anche piante esotiche adattissime al nostro clima, che ormai si disseminano da sole come la canfora (Cinnamomum camphora), o che sono ormai divenute parte integrante di un’immagine tipica dei giardini dei mari e dei laghi d’Italia, come la yucca, la dracena o il Phormium, detto anche Lino della Nuova Zelanda, che sa regalare fioriture spettacolari laddove l’inverno non sia troppo freddo. — Disegno di Max Casalini.
Ingresso | Piazza Cavour
Se si sceglie di entrare da piazza Cavour si viene travolti da ”Biancobaleno”, lo spettacolo messo in scena dall’architetto paesaggista Massimo Semola, in collaborazione con l’azienda floricola Il Giardino, vivaio di Massimo Perazzi, presente alla mostra già da qualche anno.
Grandi azalee bianche, Azalea japonica ‘White Lady’ e A. japonica ‘Snow’, sono contenute in riquadri a pannelli con colori luminosi pastello, mentre esemplari di Betula utilis var. jacquemontii ombreggiano nei percorsi d’accesso.
Una composizione che crea uno spazio inteso, non come un passaggio, ma come una piazzola che si apre sui giardini: una porta, un percorso, ma anche un luogo, con la visuale dei giardini Montanelli come sfondo. I volumi, scomposti e articolati su tre differenti livelli, si sviluppano sulle rappresentazioni del bianco (i fiori – i tronchi – le foglie) abbinato alle tonalità luminose dell’azzurro cenere e del verde acqua. — Disegno di Massimo Semola.
Ingresso | Via Palestro
Cristiana Serra Zanetti in collaborazione con Fratelli Ingegnoli, ditta che festeggia 200 anni di attività, accompagna il visitatore di Orticola dall’ingresso di via Palestro, con l’allestimento “Il frutteto in giardino”, ai lati del percorso è disposta una piccola collezione di meli allevati a spalliera, cui si appoggiano morbide rampicanti fiorite. Le piante da frutto dell’allestimento sono coltivate in vaso per suggerire ed immaginare, anche in un piccolo giardino, uno spazio sorprendente e generoso di bei concreti frutti. Tutt’intorno un tappeto di frutti e fiori completa l’aspetto ornamentale e campestre: i meli (Malus domestica) sono accompagnati da Erigeron karvinskianus sempre in fiore, Thymus serpyllum minor per nutrire le api, Fragaria vesca ‘Semperflorens’ sempre generosamente coperta di frutti saporiti e infine Vinca minor e Clematis macropetala, ricordano che comunque ed ovunque è sempre possibile un giardino.
L’allestimento innova la sapienza nobile di una tradizionale, preziosa, antichissima civiltà contadina, capace di essere allo stesso tempo produttiva e signorile. — Disegno di Chiara Perini.
La fontana
In fondo all’androne di Palazzo Dugnani, si apre il giardino con la grande fontana allestita sul tema dell’anno, Piante italiane per il giardino italiano. Se certamente poche sono le palme originarie del Mediterraneo, come potremmo oggi immaginare le nostre coste italiane, e persino i nostri laghi prealpini, senza di loro?
E allora, un po’ per gioco, tra il serio e il faceto, ecco l’allestimento a cura del noto antiquario reggiano Alessandro Stefanini in collaborazionecon Monica Lupi, eclettica antiquaria e interior designer: tre grandi palme sapientemente realizzate con pneumatici di recupero planano nella fontana, cuore della Mostra, a ricordare non solo la creatività e il design italiano, ma anche la tradizione dell’artificio e dello ‘scherzo’ che tanto spesso avevano a che fare con l’acqua e le fontane dei nostri giardini rinascimentali e barocchi. — Rendering di Laura Mantegazza.